HOME CONT@TTI  



http://www.editoriale.it/Resource/copdallavedova.png
 
SOVVENIRE
ALLE NECESSITÀ 
DELLA CHIESA

Riccardo Dalla Vedova
(www.dallavedova.com) 

formato: cm. 15x21
pagine: 146
copertina: cartoncino
carta: patinata rilegato in brossura
prezzo: € 12,00

ordini e informazioni >>

 
 
 
 Introduzione

Il problema delle disponibilità economiche di cui la Chiesa necessita per la propria vita e per l’adempimento delle sue missioni deve essere proposto e seguito con grande trasparenza e limpidezza.

È di comune esperienza come negli ultimi decenni la questione delle disponibilità della Chiesa sia di grande attualità ed abbia dato vita a polemiche generalmente ispirate a posizioni ideologiche tra favorevoli e contrari.

Il presente scritto mira ad apportare informazioni precise ed attuali da sottoporre al lettore per un suo esame e commento.

Un motivo obiettivo che causa difficoltà di opinione è certamente la notevolissima mole delle fonti. Legislazione statuale, regionale e pareri interpretativi causano confusione e giustificata incapacità di valutare la questione.

Pertanto ci si è proposto di riportare pedissequamente le fonti al fine di addivenire ad una prospettiva assolutamente obiettiva e trasparente.

Le preoccupazioni umane sono necessitate dalle grandi modifiche, bisogni ed obblighi cui la Chiesa, che vive nello spazio e nel tempo, è chiamata a far parte in questo terzo millennio.

Vi è peraltro un parametro essenziale da rispettare ed è il godimento delle cose temporanee nella misura che la propria missione richiede.

Per sovvenzione si intende (dal latino “subvenire” accorrere, composto di “sub” sotto e “venire”) aiutare, soccorrere motivati da causalità morale e senza pretesa di corrispettivo.

Questa tradizione ha antichissime radici che si ritrovano nel Nuovo Testamento.

Per le cose necessarie i discepoli disponevano di un minimo di risorse, come traspare da qualche accenno dei Vangeli: le risorse provenivano anzitutto dalla generosità dei seguaci e dei fedeli, tra i quali si distinguevano alcune donne (cf. Lc 8,13); c’erano una cassa e un amministratore (cf. Gv 12,6; 13,29); quanto perveniva si usava per il sostentamento di Gesù e dei discepoli (cf. Gc 4,8), per le necessità della missione evangelica (cf. Mt 14,1516; 15,32), per i doveri del culto (cf. Gv 13,29; Mt 17,2427) e per l’aiuto ai poveri (cf. Gv 13,29).

La “sovvenzione” è quindi parte integrante della attività di culto e religione della Chiesa.

Anche oggi la Chiesa, ha bisogno di mezzi e di risorse per rispondere ai suoi compiti molteplici.

Le necessità della Chiesa in Italia sono notevolmente aumentate proprio in questi ultimi anni:

·   -  le attività pastorali sono più articolate e si proiettano sempre più in prospettiva evangelizzatrice e missionaria, utilizzando anche strumenti economicamente impegnativi (mezzi della comunicazione sociale, scuole, corsi e convegni, proposte culturali, ecc.);

·    -  le urgenze della carità si moltiplicano, aprendo nuovi fronti soprattutto nella linea di un efficace intervento per la lotta contro le “nuove povertà” (tossicodipendenti, emarginati sociali, anziani abbandonati, immigrati del Terzo Mondo, ecc.);

·    -  l’esigenza della costruzione di nuove chiese e centri parrocchiali, mentre il problema della conservazione e del restauro delle chiese antiche ed in genere dei beni culturali ecclesiastici propone interventi urgenti.

·    -  gli oneri per il sostentamento del clero e per la preparazione dei futuri sacerdoti;

·     -  vi sono poi opere e iniziative di lunga tradizione e di varia configurazione giuridica, sorte comunque dall’impulso della carità cristiana e animate dal clero secolare, dalle famiglie religiose o da  volontariato laicale;

·    -  crescono i doveri di partecipazione allo sforzo che la Chiesa esprime nell’esercizio delle sue responsabilità universali: si pensi all’urgenza di un più organico sforzo missionario in tutti i continenti e al necessario sostegno da parte di tutti i cattolici all’opera instancabile della Santa Sede per la promozione della comunione fra tutte le chiese e per la diffusione dei principi cristiani nelle relazioni con le autorità civili e nelle grandi istanze internazionali;

·     -  le necessità più rilevanti, poi, sono costituite dall’impegno nel sociale che la Chiesa ha posto in essere negli ultimi decenni.

·     Impegno sia motivato dalla dottrina sociale elaborata nei documenti pontifici sia, soprattutto, in una azione di sostegno, supplenza e rimpiazzo delle obbligazioni sociali dell’Autorità civile. Questa, per molti versi, ha creato una convenzione di fatto con delega alla Chiesa di attività sociali di assistenza, culturali e di beneficenza.

*  *  *

Fra le entrate degli enti ecclesiastici acquistano particolare rilevanza le oblazioni, ossia le elargizioni che vengono fatte spontaneamente alla Chiesa per il culto divino e per il sostentamento dei sacri ministri, sia per actum inter vivos (donazione), sia per actum mortis causa (testamento). In senso stretto, sono qualificate oblazioni (oblationes, eleemosynae) le donazioni manuali, con le quali s’intende sovvenire alle necessità di persone o di enti ecclesiastici, senza porre in essere un ente giuridico permanente (istituzione, fondazione), e senza che il rapporto giuridico tra offerente ed accettante, esauritosi con la traditio, determini effetti giuridici successivi.

Benché si dica oblazione od elemosina di cose spontaneamente date, questa, tuttavia, può in certi casi essere dovuta: ad esempio, in virtù di promessa antecedentemente fatta, o per un voto, o per un legato destinato al sostentamento dei ministri della Chiesa; o anche in virtù di consuetudine legittimamente stabilita o per espressa norma canonica. Così nel diritto penale canonico è previsto che possa essere imposto, a mo’ di penitenza, l’obbligo “erogandi eleemosynas in pios usus” (can. 2313 § I n. 4).

Le elemosine furono in onore, per consuetudine antichissima, fin dai tempi degli Apostoli. Ciascun fedele, nella Chiesa primitiva, apportava spontaneamente i suoi doni: in particolare, il pane ed il vino per il Sacrificio eucaristico , oltre ad altre offerte ad uso della Chiesa e dei poveri.

*  *  *

La legislazione civile italiana ha identificato e precisato le attività di religione e di culto che godono di trattamenti fiscali particolarmente favorevoli.

Non tutte le necessità della Chiesa rientrano in queste categorie.

Molte, benché peculiari e prioritarie delle attività pastorali, sono soggette alle norme di diritto civile e parificate all’attività commerciale o a scopo di lucro. Ovviamente quest’ultime sono soggette al trattamento fiscale e alla normativa relativa alle attività di libero commercio.

Questo trattamento differenziato ha comportato incertezze ed ostacoli in quanto la natura di parecchie attività è composita ed i confini tra attività esenti da imposte e quelle invece soggette è labile e certe volte di difficile individuazione.

Ai fini, tuttavia, di un corretto operare e di una costante adesione alle norme concordatarie è opportuno che ogni sovvenzione, offerte, donazioni ecc, abbia un’imputazione specifica secondo le norme canoniche e la tradizione.

*  *  *

Si è cercato, con la massima cura, di accertare i dati relativi alle varie posizioni. La molteplicità delle fonti e dei soggetti attivi sia da parte degli organi dello Stato che da parte delle Autorità ecclesiastiche, nonché la difficoltà di reperire bilanci e consuntivi, rendono il presente studio soggetto a continui aggiornamenti. Qualora si sia incorsi in omissioni si formulano le scuse anticipate.

*  *  *

Si ringraziano particolarmente i dottori Chiara Magnante, Ercole de Vito e Riccardo Salvi che hanno collaborato con intensità e competenza al presente scritto.

 

Roma, 16 gennaio 2013

Riccardo Dalla Vedova